ROCCA
DEI CORVI
( entroterra Valdese )
Partiamo
pochi minuti dopo le 9 dal punto di ritrovo, siamo in diciassette: Mara,
Salvina , Mariuccia, Italo, Elsa, Germana, Angelo, Piero, Marilena, Domenico,
Flora, Isabella, Massimo, Anna Bert. , Rinaldo, Lutz e Tiziana. C’è anche
Linus, il cagnolinus di Lutz, con lui siamo 18.
Divisi
in cinque auto, raggiungiamo Vado Ligure, poi si prosegue nell’entroterra
superando la Valle
di Vado, S.Ermete e Segno. Da Cunio, ultima frazione di Segno, la
strada asfaltata continua in salita nel bosco fino alla curva della “ Croce di
Vezzi “ A quel punto dove termina la
salita parcheggiamo le auto in uno spiazzo all’esterno della curva stessa .
Il
percorso a piedi inizia dal nostro parcheggio e sale in leggero pendio, su
strada sterrata tra boschi di conifere e latifoglie. Si raggiunge un quadrivio
dove si prende la strada centrale, tralasciando la via di dx che si inoltra verso
la Sliggia da
dove torneremo e la via di sx che porta alle case dei Gatti superiori.
La
salita ci porta gradatamente sullo spartiacque del monte; durante il percorso
lasciamo a dx due strade che portano alla cima per altre vie. La strada
sterrata che percorriamo era una volta un sentiero che per necessità è stato
allargato per dare accesso ai mezzi anti incendio.
La
giornata è nuvolosa e ventosa e sullo spartiacque il vento si sente tutto. Il
cielo coperto ci impedisce di vedere in lontananza, resta il panorama sul
versante di Vado, sulle Tagliate e su Montagna e Roviasca.
Vorrà dire che la Corsica e il Monviso si vedranno in un’altra occasione. Proprio da Montagna sono partiti Giorgio e Mario e li ritroveremo quasi vetta ad aspettarci. Insieme proseguiamo il sentiero che ci porta sulla cima della Rocca dei Corvi a m. 793 slm dove ci disponiamo al riparo dal vento per gustarci il nostro pranzetto al sacco. Dopo poco si aggiunge a noi un gruppetto guidato da Natale, un conoscente di Rinaldo. Dopo i panini e uno scambio di dolcetti e cioccolato, assaggiamo un bicchierino di Archibugio fatto e offerto da Marilena. I 50° - 60° del liquorino ci riscaldano per benino e ci danno l’energia per riprendere la via del ritorno.
Vorrà dire che la Corsica e il Monviso si vedranno in un’altra occasione. Proprio da Montagna sono partiti Giorgio e Mario e li ritroveremo quasi vetta ad aspettarci. Insieme proseguiamo il sentiero che ci porta sulla cima della Rocca dei Corvi a m. 793 slm dove ci disponiamo al riparo dal vento per gustarci il nostro pranzetto al sacco. Dopo poco si aggiunge a noi un gruppetto guidato da Natale, un conoscente di Rinaldo. Dopo i panini e uno scambio di dolcetti e cioccolato, assaggiamo un bicchierino di Archibugio fatto e offerto da Marilena. I 50° - 60° del liquorino ci riscaldano per benino e ci danno l’energia per riprendere la via del ritorno.
Ecco
che anche in questo momento si sente la mancanza di Francesco, assaggiatore
sopraffino ed esperto in materia.
Si
lascia la cima della Rocca dei Corvi alle ore 14 e si ritorna brevemente sui
propri passi fino al trivio lasciato per raggiungere la “vetta”. Il percorso ad anello prosegue in
discesa per la strada che svolta a dx e, dopo poche decine di metri, prendendo
la strada di sx. All’incrocio successivo ci fermiamo sotto un bell’albero di
agrifoglio carico di palline rosse;
un bel simbolo natalizio che ci suggerisce una foto di gruppo.
un bel simbolo natalizio che ci suggerisce una foto di gruppo.
Si imbocca quindi il largo sentiero a destra
che prosegue nel mezzo del bosco misto di latifoglie che più avanti diventa
faggeta. Questo versante del monte è fortunatamente riparato dal vento e non
facciamo neppure caso alle poche gocce di pioggia che si fanno sentire sulle
nostre teste.
L’intero
bosco ci accoglie fin dall’inizio coi suoi caldi colori autunnali ed ora stende
sul percorso davanti a noi uno spesso tappeto di foglie secche che frusciano
sotto i nostri piedi al nostro passare. Proseguendo nella faggeta si giunge ad
un passaggio più stretto che aggira uno
sperone roccioso: siamo al Garbo.
Il
bosco promette bene e Piero coglie l’occasione per guardarsi intorno un po’ più
accuratamente. Il gruppo va avanti facendosi largo nel frusciante e spesso
tappeto di foglie; anche Linus gioca, si infila ben bene sotto le foglie per
nascondersi e lì scompare, solo la codina bianca e nera ne segnala la presenza.
Piero
trova un bel porcino e ci racconta di una decina di caprioli che hanno attraversato
la strada passandogli vicino.
La
strada continua fino a raggiungere la Pinella, un alto pino che spunta tra gli altri
alberi e che si trova all’inizio di un altro sentiero che porta ripido sulla
cima della Rocca per una via rocciosa, molto bella anch’essa.
Ancora
pochi a metri in discesa e si svolta a dx, la sterrata, proveniente dal “ Campo
dei Francesi “ ci porta ad attraversare
la “Sliggia “. Rinaldo spiega che il nome indica un versante particolarmente
franoso per la presenza di grande quantità di acqua all’interno del monte che
causava cedimento del terreno.
Negli ultimi anni sembra che la presenza di acqua si sia ridotta di molto – come dimostra la poca acqua che sgorga da una sorgente che si chiama “ Funtanin “ – per cui la zona è diventata più stabile. Dimostrazione ne è la vegetazione che ha ricoperto la pietraia su cui hanno preso campo anche diversi alberi di conifere ed anche di Betulle.
Negli ultimi anni sembra che la presenza di acqua si sia ridotta di molto – come dimostra la poca acqua che sgorga da una sorgente che si chiama “ Funtanin “ – per cui la zona è diventata più stabile. Dimostrazione ne è la vegetazione che ha ricoperto la pietraia su cui hanno preso campo anche diversi alberi di conifere ed anche di Betulle.
La
strada attraversa in piano il versante est della Rocca dei Corvi fino a
raggiungere il quadrivio iniziale. Pochi passi ancora e siamo alle macchine.
Tanti saluti a tutti Tiziana
Tanti saluti a tutti Tiziana