ACQUEDOTTO STORICO 13 OTTOBRE 2013
CIMITERO MONUMENTALE DI STAGLIENO E
ACQUEDOTTO STORICO – GENOVA
ACQUEDOTTO STORICO – GENOVA
Giornata dal tempo coperto e incerto ma che non scoraggia, e a ragione, i dieci partecipanti: Maddalena, Natalia, Annamaria, Azzurra, Rosanna, Flora, Domenico, Rinaldo, Luca e Paolo. Alle 9,30, dopo un caffè, iniziamo la visita guidata al Cimitero. Il cicerone è una distinta signora, dai modi signorili, molto preparata e capace. Veniamo informati che sebbene la visita terminerà alle 12 circa, visiteremo soltanto la parte bassa, poiché la visita dell’intero complesso è articolata in tre mattinate (!). Ci renderemo conto in seguito della mole di informazioni che possono emergere da questo immenso deposito di 3.ooo.ooo (tremilioni!) di sepolture, tra italiani e stranieri, civili e militari, cristiani, musulmani, ebrei, ortodossi, anglicani e quanti altri, assieme ad un totale di più di 800 tra monumenti funebri, statue, bassorilievi e cappelle. E in effetti riceviamo dalla nostra guida (servizio gratuito offerto ai visitatori dal Comune di Genova) una esposizione ricca, dotta e avvincente, che ci offre un saggio di quelle che sono le motivazioni che hanno ispirato i tanti prestigiosi artisti, per la maggior parte genovesi, interpreti di un’arte così particolare. Non di meno, rapiscono l’attenzione dei circa trenta ascoltatori, le notizie biografiche e anagrafiche dei defunti, citati e scelti tra i più celebri e popolari. La bella e interessante mattinata si conclude con generale soddisfazione, e saranno le 13 quando raggiungiamo il punto di inizio del tratto di acquedotto dell’impressionante Ponte Sifone Veilino, che precipita a valle con una pendenza di almeno il 25%, per poi risalire simmetricamente sul versante opposto, con una campata di circa 350 m. Prima di incamminarci, finalmente facciamo pranzo. Mentre ci godiamo il leggiadro svolazzare dei pappagallini che allegramente stanno popolando le campagne del genovese, passa inosservata ai più, la mancanza del digestivo in bottiglia della Annamaria, e quello spray della Natalia. Cosa che io giudico grave, considerando il fatto che il bar più vicino è a mezz’ora di strada… Nel frattempo Rinaldo ci documenta con notizie tecniche e storiche circa l’acquedotto, giusto in tempo, prima che Luca si addormenti su una panchina, vinto dalle fatiche del suo stomaco mai sazio. Azzurra lo osserva sconcertata, ma, tant’è… Si parte, e tra l’andata ed il ritorno, ci “cucchiamo” più di ottocento gradini del ponte-sifone: che travaggiu, figioeu!
Il sottoscritto, che li ha contati tutti, sbuffa e mugugna, ma non demorde. Per smaltire l’acido lattico sarà necessario percorrere altri due km in senso inverso, fino a Preli, dove troviamo finalmente un bar, quello della Società Operaia: facciamo a gomitate per svuotargli il frigo degli ultimi gelati rimasti. Tornando alle auto, la Natalia si fa una scorta personale di erbe aromatiche che debordano dagli orti adiacenti il percorso, mentre la Flora, sempre molto richiesta (beata lei), pensa già con impazienza a mercoledì prossimo, quando sarà invitata da nostri amici, ad una polentata alla “casetta” di Mallare. E per non essere da meno, Rinaldo propone, in data da destinarsi, una castagnata al Teccio Tersè. Bene il ritorno a casa, verso le 18,30, asciutti e contenti.
Paolo