sabato 13 giugno 2015

DAL PASSO DEL FAIALLO AL MONTE ARGENTEA - DOMENICA 7 GIUGNO 2015





Relazione gita del 7 Giugno 2015                                                                

Finalmente,  dopo  tre  rinvii,  siamo in  sette  a  volerci godere  una bella  e promettente giornata  di  sole,  e  magari al fresco: Annamaria, Oriana, Mariuccia, Marina, Piero, Rino, Paolo e il lupo Yuk.                          

Raggiungiamo il Passo del Faiallo che alle 10 circa, percorrendo nell’ultimo tratto, una bellissima e panoramicissima  strada  di  montagna, che trovo sorprendentemente  simile  a quelle che nel cuneese collegano le testate delle sue valli disposte a raggiera.

Qui, a pochi km in linea d’aria dal mare, un  grande prato,  già  affollato  di  gitanti  e  gruppi familiari,  accoglie l’intrigante  albergo  “Nuvola sul Mare”.   

Insolitamente  facciamo  a  meno della sosta per il caffè,  ed iniziamo subito il percorso a piedi imboccando l’Alta via dei Monti Liguri attraverso  un  pretenzioso portale.   
 


Scendiamo dolcemente in un bel bosco di faggi, e tra il verde dell’erbetta primaverile ci  illudiamo  di  veder  occhieggiare  i  primi funghi.  

 Secondo i calcoli e le previsioni del Piero,  a tempo debito,  qui,  ci sarebbe da “caricarsi”.  

 Due vetuste casette, nell’ombra,  con abbeveratoio, ci testimoniano con poesia indiscussa, di  ormai  perdute  attività  forestali  e  di  pastorizia.    
Penso quanto farebbe bene al nostro spirito inquieto,  poter rivivere almeno per un  solo  giorno, quei tempi  lontani  e  ormai  inimmaginabili.  
  
Risaliamo  il versante nord della  Cima Vaccaria,  tra minuscoli arbusti di  Rosa Canina, fino a giungere sul  crinale.  
Davanti, il mare  e  almeno metà della Riviera. 

Dietro, ancora buona parte  dell’Appennino e la  pianura  dell’alessandrino.  Una targa ci invita a salire in cima, dove è stata collocata una  madonnina. 
E’ ancora là, ma con la  testa  mozzata!  

 Che barbarie:  siamo sconcertati. Due righe di commento sul libro di vetta e si scende fino ad attraversare vastissime  praterie,  macchiate  qua  e   da  boschetti  di pini contorti. 

Sopra di noi, molto spesso, ci accompagna il chiacchiericcio delle allodole. Avvicinandoci  al   Rifugio Argentea,  abbiamo una  visione d’insieme della bella  sequenza delle verdi dorsali delle cime  Del Pozzo  e  Resunou, sulle quali domina  il  Beigua. 
  
Quasi irriconoscibili, rispetto a qualche mese fa, quando ci siamo venuti a ciaspolare.  Il  versante  est del  M. Rama,  visto dall’Argentea, si presenta  con  placche ferrigne verticali impressionanti.  
                                                                                 
E’ l’ora del pranzo. Il rifugio è chiuso, e i numerosi escursionisti che sono arrivati fino lì, si accomodano dove possono.  Noi ci sistemiamo benissimo in una radura erbosa all’ombra di una cupola di pini: bellissimo. 

Tant’è che lasciamo  trascorrere ben più di un’ora,  godendoci la reciproca piacevole armonia. Il nostro fedele e docile Yuk,  gironzola  tra  noi  scodinzolando, studiandoci attentamente con i suoi occhioni intelligenti.

Potesse parlare! A  “passo di struscio della domenica”  ci mettiamo sulla via del ritorno,  e pungolati  dalla  Oriana,  saliamo al  M. Reixa,  

che  in  mattinata avevamo evitato. 

Bella vista sul  Passo della Gava  e i suoi sentieri, che si stagliano netti.   
Genova,  invece,  giù  in  basso,  ci   appare soffocata dalla foschia.  

   
Noi,  nell’ora  più  calda, fortunatamente,  siamo ristorati da  una  fresca brezzolina  e  da  un provvidenziale velo di nuvole alte.    


Due cippi, lontani l’uno  dall’altro  di  un  centinaio di metri, indicano  entrambi  la  cima  del Reixa, facendoci trovare  a  fatica il sentiero per tornare alle auto. 

Bello anche  questo  tratto  di  faggeta,  scura  e  compatta.   
Quanta gente c’è adesso nel prato. Sembra di essere  in  spiaggia!  In macchina, scendiamo  adagio per goderci il panorama, e ci fermiamo al  Bar Mario,  al  Passo del Turchino,  per rinfrescarci.  

 Ma  quant’è  piccolo  il  vecchio  tunnel  della provinciale. 

Ci voleva la Milano-San Remo per dargli  fama internazionale! In autostrada si va via veloci: la coda è nell’altro senso.Tutto molto bene.
 
PS: lunedì ho ricevuto una  mail con i ringraziamenti e i complimenti della amabilissima  Marina.  Grazie cara.  Che bello!  Paolo

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