Relazione gita Desertetto
(1085 m) – Colle dell’Arpione (1725 m) Collegamento tra Valle Gesso e Valle
Stura – domenica 13
luglio 2014
Superato
Valdieri e raggiunta poco sopra la borgata San Lorenzo, prendiamo il bivio a
destra per Desertetto dove, presso la chiesa di San Bernardo, lasciamo le auto.
Siamo in dodici: Annamaria, Rinaldo, Germana, Mario, Oriana, Massimo, Anna,
Bernardo, Guglielmo, Nicolò, Tiziana e Lutz col fido Linus.
Da
qui seguiamo la strada sterrata inoltrandoci nel Vallone di Desertetto, tra
antichi terrazzamenti e boschetti di latifoglie. Lasciata a destra la strada
che porta alla vecchia cava di marmo prendiamo lo sterrato a sinistra che in
salita termina presso una piccola radura prativa. Qui imbocchiamo il sentiero di
destra che si dirige al Colle dell’Arpione.
Attraversata
una faggeta si arriva ad una valletta pascoliva dove ci attende una buona
varietà di fiori e colori. Lungo il percorso ci soffermiamo a fotografare i fiori
e le piante più attraenti; anche il paesaggio non è da tralasciare. Nel prato è
assai evidente l’attività dei cinghiali che hanno smosso in diversi punti il
terreno alla ricerca di cibo.
Superato l’erto pendio e attraversato un fitto
boschetto di abeti giungiamo al Colle dell’Arpione (m 1725 slm), un colle
chiuso tra gli alberi con poca vista.
Scegliamo
un posticino più avanti che offra un bel panorama tutto intorno per fermarci a
consumare il nostro pranzo. Da qui si potrebbe proseguire verso Nord sul
crinale, in direzione della Cima Cialancia, ma vedendo il brutto tempo in
arrivo con nuvole e nebbia si decide a malincuore di tornare indietro, seguendo
il percorso ad anello che passa nel bosco.
La comoda mulattiera ci porta in una radura
dove sono ben visibili alcune doline. La strada continua in discesa fino a raggiungere
quella percorsa all’andata, a quota 1480 m circa.
All’incrocio
con la strada che porta alla vecchia cava, visto che il tempo teneva ancora,
decidiamo di darvi un’occhiata. Peccato che poco distanti dalla cava le nuvole
hanno cominciato a scaricarci addosso l’inaspettata acqua e peccato che nel
nostro ottimismo avevamo tutti (tranne il saggio Mario) lasciato gli zaini - e
con loro le mantelle contro la pioggia – all’incrocio, sotto la custodia di
Rinaldo.
Ci
siamo bagnati per benino e così, sotto l’acqua, siamo arrivati vicini alle
auto. Nell’ultimo tratto per fortuna la pioggia è cessata e ci ha dato modo di
cambiarci gli abiti inzuppati e sistemarci nelle auto per il viaggio di
ritorno.
Per
finire in bellezza non poteva mancare una sosta ristoratrice al bar gelateria
di Valdieri.
Tiziana
e Lutz