RIFUGIO LA BALMA - MONTE FANTINO
22 SETTEMBRE 2013
Circa alle
ore 10 parcheggiamo le auto presso il rifugio la Balma perché la salita in
auto verso il rifugio è risultata, a fine giornata, quella più ardua da
superare. Il gruppo composto dal sottoscritto, Gerry, 2 Anne, Federica, Flora,
Domenico e consorte, Valentina e Massimo più o meno alle 10 e 30 parte verso la
meta, iniziando il tratto di sterrata. Il meteo è piuttosto caldo per la
stagione ed infatti i primi nuvoloni di calore risalgono rapidamente i
versanti, occultando progressivamente il panorama. La monotonia del primo
tratto è interrotta quando Gerry festante come un adolescente, individua
lamponi dalla dimensione ragguardevole e perfettamente maturi. I componenti del
gruppo cominciano ad affacciarsi dalla sterrata per allungarsi in posizioni
yoga d’ alto livello a fare incetta di questi favolosi frutti di boschi.
Improvvisamente
parole ad alta voce interrompono il silenzio. E’ un malgaro che parlando a
tutto volume alle sue vacche (sorde?) pascolanti nel versante opposto alla
sterrata oppure ai suoi cani pastori (sordi anche loro?) dà loro precise
disposizioni. Ma ancor meglio di Tarzan o di San Francesco, a vostro
piacimento, la mandria si dispone come da lui desiderato.
Guadiamo il
rio della Brignola e dopo 10 minuti di strappo, raggiungiamo un’ oasi della
fortuna. Infatti ci troviamo a camminare sopra i residui del metabolismo delle
vacche di cui sopra, belle (insomma..) fresche, senza in alcun modo poterle
evitare. Tutti immediatamente pensano di giocare l’indomani al lotto,
superenalotto, turista per sempre, buon compleanno insomma a tutte le più
nobili fonti di reddito del nostro inimitabile Stato, dato che dovrebbe portare
molta fortuna il calpestamento... Dopo esserci spostati da questo giacimento di
fortuna, raggiungiamo la sella della Brignola a più di 1900m/slm. Un altro
gruppo di escursionisti ci attende per poterci chiedere ragguagli sul sentiero
per il Fantino che prontamente indico loro. Purtroppo a causa della sterrata
per la Balma,
ciò ci ha impedito di precederli e vedere così i camosci sempre numerosissimi
in queste zone.
Dalla sella
iniziamo in rigorosa e compatta fila indiana, un tratto di sentiero più ripido
in mezzo a magnifici larici purtroppo non ancora con gli abiti autunnali per
raggiungere il tratto di sentiero che fino all’anno scorso sembrava una foresta
impenetrabile delle zone equatoriali. Terminato questo tratto raggiungiamo i
vasti pascoli pianeggianti sotto la cima del Fantino anche se le nuvole basse
ormai ci hanno raggiunto. Ma qui un'altra meravigliosa scoperta: mirtilli
enormi, maturi con un gusto inimitabile ci accolgono, sorprendendoci. E
stavolta non più in posizioni yoga, ma a mimare le mondine, il gruppo inizia
una frenetica raccolta e degustazione in loco dei secondi frutti di bosco
incontrati.
Raggiunta la
base della cima restano gli ultimi 100 metri di dislivello da superare, molto
ripidi. Sciolgo le fila e invito a salire a piacimento. Io scelgo ampi tornanti
che, senza provocarmi affanno e fiatone mi permettono di raggiungere
velocemente la cima, altri più eroici prendono la salita di petto, diretta
lungo la massima pendenza ed arrivano un po dopo ansimanti ma vincenti!
La velocità
con cui si aprono e si consumano le provviste è ormai nota e non ve la descrivo.
Sotto la croce troviamo gli escursionisti che ci hanno preceduto e che ci
chiedono se ci sono varianti per la discesa. Le note e le firme nel diario
custodito alla base della croce è un rito.
Purtroppo le nuvole hanno invaso il
cielo e a parte qualche scorcio panoramico visto durante la salita, la nebbia
ci circonda anche se la temperatura ad oltre 2000 metri senza sole è
piuttosto piacevole.
Scendiamo da
dove siamo saliti, spigolando ancora qualche mirtillo per migliorare la
digestione e raggiungiamo nuovamente l’oasi della fortuna ove questa volta
troviamo tutta la mandria di vacche al riposo sicuramente ad incrementare
ancora di più il fattore fortuna. Per non disturbarle tagliamo a sinistra,
guadiamo più in alto rispetto all’ andata il rio della Brignola ed arriviamo di
fronte al gias ristrutturato ove Tarzan il malgaro del mattino, ci accoglie
seduto e sorridente. Scambiamo con lui quattro chiacchiere, qualcuno chiede come
fa a vivere per mesi così isolato, ci fa vedere una forma di formaggio fresca
che mi ha scatenato all’istante istinti a voi arcinoti, ci confessa che la
sera lo avrebbero raggiunto amici e la moglie per una grigliata di carne lì in
loco .
Qualcuno aggiunge che allora è così contento perché sarebbe stato presto
in gentile compagnia ma lui annuendo non con troppa convinzione ci fa capire
che forse la sua contentezza sta nel fatto proprio chela gentile compagnia lo
raggiunge solo di tanto in tanto…
Lo salutiamo
ed io con un po’ di invidia per la sua formaggetta, per l’imminente grigliata e
per la sua tranquilla esistenza che lo ha portato a farsi capire anche dagli
animali.
Verso le 16
siamo alla Balma e ci diamo l’ultimo saluto di fronte ad un caldo caffettino.
Ringrazio
tutti ed alla prossima!
Piero.