venerdì 29 novembre 2013

MONTE SPINARDA 3 NOVEMBRE 2013



                                                    
                 MONTE  SPINARDA  

                 3 NOVEMBRE  2013

       Le previsioni del tempo della settimana precedente la gita, hanno spaventato un pochino alcuni possibili partecipanti. In 12 ci siamo  ritrovati al punto prestabilito per la partenza.
Partiamo con tre auto, in perfetto orario alla volta di Murialdo, dove ci aspetta l’ irrinunciabile caffè. Ben presto siamo al Colle del Quazzo. Il tempo è stupendamente sereno, e quindi, rinnovati nello spirito, iniziamo il percorso a piedi attraversando bei boschi di castagno e faggio, vestiti di colori autunnali. Tutto il sentiero è un tappeto di foglie marrone che non riesce a nascondere agli occhi di Beppe, un piccolo e sodo  fungo porcino. Da quel momento, 24 occhi, erano rivolti dal sentiero al sottobosco. Risultato: l’osservazione di numerose……… “ amanite rosse puntate di bianco “, che spiccavano nell’ ombra delle piante.
      Ben presto giungiamo  nei prati antistanti alla meta, e si presenta ai nostri occhi  il magnifico panorama a 360° : Valle  Tanaro all’ altezza di Garessio,  i Monti :  Carmo. Galero, Armetta, Saccarello, Antoroto, il Mindino, ………….. e lontano, ma ben visibile il Re di Pietra: Sua Maestà il Monviso, che si presenta imbiancato.
      Dopo numerose  soste  “di osservazioni micologiche“ e scatti fotografici in 2 ore  raggiungiamo  la  vetta.
Decidiamo poco dopo di  ritornare   sugli ampi  prati  panoramici per  pranzare  .
      Il sole  ci  scalda  mentre l’ Antoroto, con un pennacchio di nuvole, tenta di simulare il vulcano Etna.
        Numerose sono le fotografie scattate anche al gruppo pigramente sparpagliato sul prato.
     E’ l’ ora del ritorno e quindi con malavoglia, ci allontaniamo da quel piccolo paradiso, ripercorriamo lo stesso tragitto del mattino, mentre il sole filtrando attraverso i rami, crea una suggestiva atmosfera autunnale caldamente colorata.
      Il  percorso presenta  ampi sentieri facili, gradevoli, e con segnaletica sufficiente. Solamente all’ inizio dello stesso, nei pressi di un bivio con una sbarra, i segnali sono stati “ volutamente “cancellati………perché ????????
     Ringraziamo  i 10 fiduciosi ed ottimisti temerari : Germana, Rosanna,  Tiziana, Mariuccia, Franca, Marina, Beppe, Domenico, Giorgio e  Mario
Ancora un grazie a tutti    Rinaldo e Annamaria

CIMITERO MONUMENTALE DI STAGLIENO E ACQUEDOTTO STORICO - GENOVA 13 OTTOBRE 2013



                                      


      CIMITERO  MONUMENTALE   DI STAGLIENO
     E  ACQUEDOTTO STORICO DI  GENOVA
                           13  OTTOBRE 2013

     
Giornata dal tempo coperto e incerto ma che non scoraggia, e a ragione, i dieci partecipanti: Maddalena, Natalia, Annamaria, Azzurra, Rosanna, Flora, Domenico, Rinaldo, Luca e Paolo. Alle 9,30, dopo un caffè, iniziamo la visita guidata al Cimitero. Il cicerone è una distinta signora, dai modi signorili, molto preparata e capace. Veniamo informati che sebbene la visita terminerà alle 12 circa, visiteremo soltanto la parte bassa, poiché la visita dell’intero complesso è articolata in tre mattinate (!). 

     Ci renderemo conto in seguito della mole di informazioni che possono emergere da questo immenso deposito di 3.ooo.ooo (tremilioni!) di sepolture, tra italiani e stranieri, civili e militari, cristiani, musulmani, ebrei, ortodossi, anglicani e quanti altri, assieme ad un totale di più di 800 tra monumenti funebri, statue, bassorilievi e cappelle. E in effetti riceviamo dalla nostra guida (servizio gratuito offerto ai visitatori dal Comune di Genova) una esposizione ricca, dotta e avvincente, che ci offre un saggio di quelle che sono le motivazioni che hanno ispirato i tanti prestigiosi artisti, per la maggior parte genovesi, interpreti di un’arte così particolare. Non di meno, rapiscono l’attenzione dei circa trenta ascoltatori, le notizie biografiche e anagrafiche dei defunti, citati e scelti tra i più celebri e popolari. 
     La bella e interessante mattinata si conclude con generale soddisfazione, e saranno le 13 quando raggiungiamo il punto di inizio del tratto di acquedotto dell’impressionante Ponte Sifone Veilino, che precipita a valle con una pendenza di almeno il 25%, per poi risalire simmetricamente sul versante opposto, con una campata di circa 350 m. 
      Prima di incamminarci, finalmente facciamo pranzo. Mentre ci godiamo il leggiadro svolazzare dei pappagallini che allegramente stanno popolando le campagne del genovese, passa inosservata ai più, la mancanza del digestivo in bottiglia della Annamaria, e quello spray della Natalia. Cosa che io giudico grave, considerando il fatto che il bar più vicino è a mezz’ora di strada… Nel frattempo Rinaldo ci documenta con notizie tecniche e storiche circa l’acquedotto, giusto in tempo, prima che Luca si addormenti su una panchina, vinto dalle fatiche del suo stomaco mai sazio. Azzurra lo osserva sconcertata, ma, tant’è… Si parte, e tra l’andata ed il ritorno, ci “cucchiamo” più di ottocento gradini del ponte-sifone: che travaggiu, figioeu!
      
Il sottoscritto, che li ha contati tutti, sbuffa e mugugna, ma non demorde. Per smaltire l’acido lattico sarà necessario percorrere altri due km in senso inverso, fino a Preli, dove troviamo finalmente un bar, quello della Società Operaia: facciamo a gomitate per svuotargli il frigo degli ultimi gelati rimasti. 

      Tornando alle auto, la Natalia si fa una scorta personale di erbe aromatiche che debordano dagli orti adiacenti il percorso, mentre la Flora, sempre molto richiesta (beata lei), pensa già con impazienza a mercoledì prossimo, quando sarà invitata da nostri amici, ad una polentata alla “casetta” di Mallare. 
     E per non essere da meno, Rinaldo propone, in data da destinarsi, una castagnata al Teccio Tersè. Bene il ritorno a casa, verso le 18,30, asciutti e contenti.

Paolo

                                       
                           

RIFUGIO LA BALMA - MONTE FANTINO 22 SETTEMBRE 2013



        RIFUGIO LA BALMA  - MONTE FANTINO 
                22  SETTEMBRE  2013 

       Circa alle ore 10 parcheggiamo le auto presso il rifugio la Balma perché la salita in auto verso il rifugio è risultata, a fine giornata, quella più ardua da superare. Il gruppo composto dal sottoscritto, Gerry, 2 Anne, Federica, Flora, Domenico e consorte, Valentina e Massimo più o meno alle 10 e 30 parte verso la meta, iniziando il tratto di sterrata. Il meteo è piuttosto caldo per la stagione ed infatti i primi nuvoloni di calore risalgono rapidamente i versanti, occultando progressivamente il panorama. La monotonia del primo tratto è interrotta quando Gerry festante come un adolescente, individua lamponi dalla dimensione ragguardevole e perfettamente maturi. I componenti del gruppo cominciano ad affacciarsi dalla sterrata per allungarsi in posizioni yoga d’ alto livello a fare incetta di questi favolosi frutti di boschi.
      Improvvisamente parole ad alta voce interrompono il silenzio. E’ un malgaro che parlando a tutto volume alle sue vacche (sorde?) pascolanti nel versante opposto alla sterrata oppure ai suoi cani pastori (sordi anche loro?) dà loro precise disposizioni. Ma ancor meglio di Tarzan o di San Francesco, a vostro piacimento, la mandria si dispone come da lui desiderato.
       Guadiamo il rio della Brignola e dopo 10 minuti di strappo, raggiungiamo un’ oasi della fortuna. Infatti ci troviamo a camminare sopra i residui del metabolismo delle vacche di cui sopra, belle (insomma..) fresche, senza in alcun modo poterle evitare. Tutti immediatamente pensano di giocare l’indomani al lotto, superenalotto, turista per sempre, buon compleanno insomma a tutte le più nobili fonti di reddito del nostro inimitabile Stato, dato che dovrebbe portare molta fortuna il calpestamento... Dopo esserci spostati da questo giacimento di fortuna, raggiungiamo la sella della Brignola a più di 1900m/slm. Un altro gruppo di escursionisti ci attende per poterci chiedere ragguagli sul sentiero per il Fantino che prontamente indico loro. Purtroppo a causa della sterrata per la Balma, ciò ci ha impedito di precederli e vedere così i camosci sempre numerosissimi in queste zone.
       Dalla sella iniziamo in rigorosa e compatta fila indiana, un tratto di sentiero più ripido in mezzo a magnifici larici purtroppo non ancora con gli abiti autunnali per raggiungere il tratto di sentiero che fino all’anno scorso sembrava una foresta impenetrabile delle zone equatoriali. Terminato questo tratto raggiungiamo i vasti pascoli pianeggianti sotto la cima del Fantino anche se le nuvole basse ormai ci hanno raggiunto. Ma qui un'altra meravigliosa scoperta: mirtilli enormi, maturi con un gusto inimitabile ci accolgono, sorprendendoci. E stavolta non più in posizioni yoga, ma a mimare le mondine, il gruppo inizia una frenetica raccolta e degustazione in loco dei secondi frutti di bosco incontrati.
       Raggiunta la base della cima restano gli ultimi 100 metri di dislivello da superare, molto ripidi. Sciolgo le fila e invito a salire a piacimento. Io scelgo ampi tornanti che, senza provocarmi affanno e fiatone mi permettono di raggiungere velocemente la cima, altri più eroici prendono la salita di petto, diretta lungo la massima pendenza ed arrivano un po dopo ansimanti ma vincenti!
   La velocità con cui si aprono e si consumano le provviste è ormai nota e non ve la descrivo. Sotto la croce troviamo gli escursionisti che ci hanno preceduto e che ci chiedono se ci sono varianti per la discesa. Le note e le firme nel diario custodito alla base della croce è un rito.         
Purtroppo le nuvole hanno invaso il cielo e a parte qualche scorcio panoramico visto durante la salita, la nebbia ci circonda anche se la temperatura ad oltre 2000 metri senza sole è piuttosto piacevole.
       Scendiamo da dove siamo saliti, spigolando ancora qualche mirtillo per migliorare la digestione e raggiungiamo nuovamente l’oasi della fortuna ove questa volta troviamo tutta la mandria di vacche al riposo sicuramente ad incrementare ancora di più il fattore fortuna. Per non disturbarle tagliamo a sinistra, guadiamo più in alto rispetto all’ andata il rio della Brignola ed arriviamo di fronte al gias ristrutturato ove Tarzan il malgaro del mattino, ci accoglie seduto e sorridente. Scambiamo con lui quattro chiacchiere, qualcuno chiede come fa a vivere per mesi così isolato, ci fa vedere una forma di formaggio fresca che mi ha scatenato all’istante istinti a voi arcinoti, ci confessa che la sera lo avrebbero raggiunto amici e la moglie per una grigliata di carne lì in loco .
      Qualcuno aggiunge che allora è così contento perché sarebbe stato presto in gentile compagnia ma lui annuendo non con troppa convinzione ci fa capire che forse la sua contentezza sta nel fatto proprio chela gentile compagnia lo raggiunge solo di tanto in tanto…
     Lo salutiamo ed io con un po’ di invidia per la sua formaggetta, per l’imminente grigliata e per la sua tranquilla esistenza che lo ha portato a farsi capire anche dagli animali.
Verso le 16 siamo alla Balma e ci diamo l’ultimo saluto di fronte ad un caldo caffettino.
Ringrazio tutti ed alla prossima!
Piero.