Colle di Mercantour - Cima Ghilie'
26 Luglio 2009
26 Luglio 2009
Oggi ricorre
la festa di S. Anna, e per i posti in auto non ci si scanna... Ma siamo
comunque in undici, un discreto gruppetto: due Anne a cui vanno i miei sinceri
auguri, una delle quali, pur essendo appena rientrata da un soggiorno sulle
Dolomiti, puntualissima viene a raccogliermi sotto casa. Poi si uniscono
Federica, Lizia, Annamaria, Maria Rosa, Tiziana, Davide, Giorgio e
Massimo.
Partiti "naturalmente" con un po' di ritardo, sostiamo al Bar
Sport di Valdieri, in piazza Regina Elena (*), dove finalmente svaniscono i
miraggi di alcuni tiratardi che durante il viaggio vedevano sfilare tazzine di
caffè anzichè paracarri... Il sottoscritto, intanto va a guadagnarsi un
gradito "Bundì Munsù" dal gentile tabaccaio che lo rifornisce di...
ossigeno in pacchetti. Cielo sereno, niente foschia, aria frizzante
come Brachetto (**). Al Pian della Casa (del Re, naturalmente) ci si deve
coprire un po'. Alle 8,30 inizia l'escursione, dopo aver fatto rifornimento
d'acqua, col conseguente congelamento delle gengive. Si sale all'ombra dei
larici e accompagnati dal discreto rumoreggiare del torrente. Siamo al bivio
per il Colle Mercantour alle 9,28 e devo scusarmi con i miei prodi perchè
l'avevo previsto per le 9,30... Ora il sentiero è molto più ripido, e
dopo un'ora e mezza di cammino, facciamo volentieri una breve sosta al sole di
un pianoro. Mentre ci godiamo una veduta già notevole, a sinistra di un masso
alla nostra sinistra, ci colpisce un particolare a sua volta sinistro: la zampa
spolpata di un camoscio, forse vittima della slavina, o dei lupi più volte
avvistati da queste parti. Un cinico azzarda che siano stati i GEF (Gruppi
Escursionisti Famelici)... Fra scene di giubilo di alcuni
entusiasti, attraversiamo un primo nevaio. Ne risaliremo altri tre, alternati a
tratti di sentiero incerto, ma rintracciabile dai numerosi "ometti".
Ancora un quarto d'ora su pietraia e alle 12,10 siamo al Colle. Che panorama! La Costa Azzurra pare a
portata di mano! Numerosi camosci, grazie al cielo ancora tutti con le loro 4
zampe, brucano l'erba nuova fra larghe macchie di neve. Altri, allenano i loro
piccoli all'arrampicata, spingendoli a testate nel
sedere... La maggioranza del gruppo accusa la stancheza
e si sbraca, accingendosi al pranzo. Anche il sottoscritto si ferma volentieri:
la voce dell'intestino protesta per l'ingestione di sola acqua.
Sulla Ghiliè ci va solo Giorgio e la Annamaria si fa la Cima Mercantour...
(si, vabbè, ma questi, si sa, sono due alieni). Arriva poi gradita una
telefonata da Rinaldo al quale assicuriamo che tutto va bene. Ancor più gradito
il toccasana alla Genziana sortita dal mio zaino, che riceve gli elogi per gli
effetti taumaturgici gastroenterici e pressori. Tutti diventiamo più buoni
e riusciamo a perdonare il Davide che ha dimenticato a casa la grappa. Alle 14
iniziamo lentamente a scendere pattinando sulla neve, per la gioia dei nostri
piedi. Ci raggiunge Giorgio, molto goduto per aver conquistato la cima,
ma affamato. Noi solidali ci fermiamo con lui. Un tizio che scende con gli
sci, ci saluta e prosegue veloce. Ho occasione di notare lo spessore del manto
nevoso nel distacco dalle rocce: quasi due metri! Dal Vallone di Assedras, il
Monte Matto ci appare splendido, immenso e maculato dalle ombre del sole
di traverso. Arriviammo molto soddisfatti al Pian della Casa per le 17,10 dove
facciamo tonificanti pediluvi: la trote si tengono a debita distanza... Alle
17,40 salutati da festosi muggiti e campanacci, ce ne ritorniamo al Bar in
piazza Regina Elena da Montenegro(*). Se lei al famoso Amaro preferiva la Slivovitz, noi optiamo
per un buon gelato, ma anche per gli stuzzichini annaffiati col Pinot, buono
per salutare una bella gita. Complimenti a tutti, specie alle nostre
ragazze. Ahimè, non sarò al Morelli tra una settimana. Rimedierò forse con la
"Testa Badan", ma mi dicono che sia ... dura!
Ciao da
Francesco.
Note: (*)
Che con Vitt. Emanuele faceva l'articolo "il". (**) Vino
piemontese da dessert, che il bracchetto, cucciolo di cane da caccia, non deve
conoscere fino allo
svezzamento.
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